venerdì 15 ottobre 2010

un mandarino di troppo

Potrebbe questa immagine sembrare ai più anomala, all'apparenza senza significato, ma per me di significati ne ha tanti, forse troppi. E' un'immagine che ho rivisto dopo 50 anni, al mio ritorno a resina durante una riunione di ex allievi di un collegio militare attivo nella magnifica villa Favorita a Resina, ora una via di Ercolano. Molti si sono chiesti cosa ci facessero queste figure orientali affrescate nella sala cinese, penso che fosse un omaggio ai potenti di paesi lontani a quei tempi, così attuali in questi giorni. Anche se immobilizzati negli intonaci di un'imponente sala, denominata appunto " cinese", queste figure preservano la loro forza. Lo sguardo penetrante di questo mandarino trasmette determinazione e potere, sentimenti che aleggiavano in ogni angolo, in ogni oggetto e ogni azione nel lontano 1961. Eppure in quell'anno i mandarini mi hanno aiutato ad evadere da una triste realtà. Mi rifugiavo senza essere visto nel mandarineto della villa, un ampio appezzamento di terreno coltivato co quelle bellissime piante, qui in solitudine ed accovacciato sul terreno immerso dal profumo di quei frutti dolcissimi, dopo averne raccolto un paio, ne assaggiavo il frutto dolcissimo, chiudevo gli occhi, inspiravo a pieni polmoni il profumo e sognavo, sognavo....la libertà.

1 commento:

  1. bellissimo il titolo del "un mandarino di troopo". Certo anche tu che mi precedi nel commento non avresti voluto mangiare di quei frutti, ma tant'è, anzi fu! Anch'io ci arrivai nel 1961 fiondato lì da una triste foirse comune sorte, ma che vale parlarne dopo più di 50 anni. Anch'io ho visto lo scempio durante il primo raduno... Addio amico d'infanzia. Ogni cosa ingurgita il tempo... Panta rei... E forse un madarino c'è rimasto indigesto.
    kiriosomega

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